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Aggiornato 6 Ago, 2024

Pubblicato 6 Lug, 2022

Come il COVID ha accelerato la digitalizzazione delle imprese

Immagine digitalizzazione delle imprese
Nam Chau

Nam Chau

Marketing manager Italy

Illustrazione: Gawon Lee

Indice

Nel giro di pochi mesi il COVID ha spinto le imprese in Italia e nel mondo intero ad abbracciare un cambiamento che, prima del suo avvento, si riteneva avrebbe richiesto anni.Smartworking , riunioni a distanza, processi di digitalizzazione di ogni tipo, migrazioni varie… Questi cambiamenti nelle interazioni con i collaboratori e nei processi aziendali avranno conseguenze a lungo termine per le imprese?

Uno studio approfondito condotto da McKinsey & Company ha analizzato le conseguenze della crisi sanitaria nei vari continenti.
P.S. Le cifre che emergono sono incoraggianti.

Un'accelerazione nella digitalizzazione delle interazioni con i clienti

Le interazioni con la clientela sono state, logicamente, le prime a essere coinvolte in questo processo di digitalizzazione delle imprese.

Durante la crisi del COVID-19, con la stragrande maggioranza degli esercizi commerciali fisici chiusi, i consumatori, per effettuare i loro acquisti, si sono rivolti in massa ai canali di vendita digitali. E così un buon numero di imprese, per sostenere il volume di richieste, ha dovuto digitalizzare le interazioni con la clientela. Oggi, in Europa, la maggior parte di queste interazioni (per la precisione, il 55%) è digitale. 

Nello studio McKinsey, il paragone con gli altri continenti e quello con gli anni precedenti alla crisi sono estremamente significativi

Sotto il profilo dell'evoluzione digitale, ad aggiudicarsi il primo posto sono state proprio le imprese europee, grazie a una crescita media del 71% rispetto al dicembre 2019: un balzo in avanti di tre anni rispetto alle previsioni pre-crisi.

Il boom delle offerte digitali

L'ambito che, tuttavia, ha conosciuto l'evoluzione maggiore, quindi un'accelerazione più consistente, è quello delle offerte digitali.

Per il principio dei vasi comunicanti, più i consumatori vanno a caccia di offerte digitali, più le imprese arricchiscono la propria proposta online.

Sotto questo profilo, il balzo in avanti compiuto da buona parte delle imprese è stato di ben 7 anni rispetto alle previsioni pre-crisi. Un dato che suggerisce come, probabilmente durante la crisi, si sia preferito ottimizzare la gamma di offerte piuttosto che cercare di sviluppare nuovi prodotti nello spazio di pochi mesi.

Alcune disparità fra settori diversi

È tuttavia necessario fare delle distinzioni a proposito di quest'accelerazione che, in effetti, non ha interessato allo stesso modo tutti i settori.

  • Nelle industrie che, prima della pandemia, avevano un'offerta di prodotti digitali limitata o nulla (pensiamo in particolare al settore automobilistico e a quello dell'assemblaggio), il catalogo di prodotti digitali non è cresciuto, o lo ha fatto in termini molto contenuti. 

  • Al contrario, settori come quello della sanità, dei servizi professionali o della finanza, hanno realizzato una crescita sostanziale.

Grandi cambiamenti più duraturi a lungo termine

Considerato che il grosso della crisi è (ce lo auguriamo!) alle nostre spalle, è il momento di porsi la questione di quanto saranno duraturi questi cambiamenti.

I tre principali cambiamenti avvenuti nelle imprese, sono:

  • ricorso allo smartworking;
  • trasformazione totale nelle esigenze della clientela;
  • digitalizzazione delle interazioni con la clientela.

Questi tre punti sono quelli che riscuotono maggiore consenso, quindi, verosimilmente, anche quelli con maggiori speranze di durare nel tempo. Lo dimostra la percentuale di imprese, pari a più del doppio, che ritiene che questi cambiamenti persisteranno anche al termine della crisi sanitaria.

Alcune aziende hanno già cominciato a dedicare parte del budget alla data security e alla migrazione sul cloud. Questi investimenti dimostrano una sempre maggior volontà di proseguire con costanza, e ben oltre la crisi sanitaria, nel processo di digitalizzazione.

La pandemia ha avuto, e continua ad avere, conseguenze umane ed economiche disastrose. D'altro canto, però, ha obbligato le imprese ad ampliare la propria visione a lungo termine e a concentrarsi sulla transizione digitale. Ne testimonia lo studio McKinsey, che evidenzia con chiarezza quanto formidabile sia stata la capacità di adattamento delle imprese, capaci di sostenere un'evoluzione da 20 a 25 volte più rapida di ogni previsione. 

Sotto il profilo dello smartworking , per esempio, i partecipanti al sondaggio riconoscono come le rispettive aziende abbiano implementato questa misura 40 volte più rapidamente di quanto stimato prima della pandemia. Alcuni, a monte della crisi sanitaria, prevedevano che sarebbe stato necessario un anno per giungere all'attivazione del telelavoro su scala aziendale. Con l'arrivo del COVID-19, sono bastati in media 11 giorni.

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