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Cosa devi sapere sulla lettera di richiamo

Lettera di Richiamo

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Nell’ambito lavorativo, mantenere un comportamento conforme alle regole aziendali è fondamentale per garantire un ambiente sereno, produttivo e rispettoso. Tuttavia, può accadere che si verifichino situazioni in cui un dipendente si discosti, in modo più o meno consapevole, dalle aspettative del datore di lavoro. In questi casi entra in gioco la lettera di richiamo: uno strumento formale che ha lo scopo di correggere il comportamento, non di punire.
Comprendere bene il significato, la funzione e le conseguenze di questo documento è essenziale sia per i datori di lavoro che per i lavoratori.

Che cos'è la lettera di richiamo

La lettera di richiamo è una comunicazione scritta con cui il datore di lavoro segnala ufficialmente un comportamento inappropriato da parte del dipendente. Non si tratta di una sanzione disciplinare vera e propria, ma di un avvertimento formale: una sorta di cartellino giallo che mira a far riflettere e a stimolare un cambiamento.

Questo documento serve a mettere nero su bianco il fatto che il comportamento osservato si discosta dalle regole interne, dai doveri contrattuali o dai valori aziendali. Può riguardare, ad esempio, ritardi frequenti, mancanza di rispetto, scarsa performance o inosservanza delle procedure.

Più che un atto punitivo, la lettera di richiamo va vista come un’opportunità di chiarimento e crescita. Offre al dipendente la possibilità di comprendere meglio le aspettative del datore di lavoro e correggere il proprio atteggiamento. In molti casi, infatti, è il primo passo verso un nuovo equilibrio professionale basato su consapevolezza, dialogo e responsabilità.

La procedura

Il datore di lavoro deve seguire una partitura ben precisa nella gestione della lettera di richiamo. Dalla sua redazione, che deve essere dettagliata e priva di ambiguità, fino alla sua consegna, ogni passaggio ha la sua importanza. È essenziale che la comunicazione avvenga in modo chiaro e trasparente, garantendo al dipendente tutte le informazioni necessarie per comprendere la natura delle contestazioni. Inoltre, deve essere data l'opportunità di rispondere, offrendo uno spazio per il dialogo e la possibile correzione del percorso, chiave di volta per una gestione equa e costruttiva del rapporto lavorativo.

Normativa giuridica

Intricata come un romanzo giallo, la normativa che regola le lettere di richiamo può sembrare ardua da interpretare. Ma, come ogni mistero che si rispetti, una volta trovata la chiave di lettura, tutto diventa chiaro.

  • Articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori: Qui sta il cuore pulsante della materia. Questo articolo stabilisce che non si può punire un dipendente senza prima avergli comunicato le accuse in modo chiaro e avergli dato la possibilità di difendersi. È la base della giustizia nel mondo del lavoro, un pilastro che assicura trasparenza e correttezza.

Principio di contraddittorio: Un aspetto fondamentale. Prima di ogni decisione definitiva, il dipendente ha il diritto di essere ascoltato, di esporre la sua versione dei fatti.

Le possibili cause di una lettera di richiamo

La lettera di richiamo viene solitamente emessa a fronte di comportamenti che violano le norme aziendali, il contratto di lavoro o il regolamento interno. Le cause possono variare in base al contesto, ma alcune situazioni ricorrenti includono: ritardi ripetuti o assenze ingiustificate, inosservanza delle procedure di sicurezza, comportamenti scorretti nei confronti di colleghi o superiori, scarsa performance lavorativa, uso improprio degli strumenti aziendali o mancanza di rispetto verso gli obblighi contrattuali. È importante ricordare che ogni caso va valutato nel suo specifico contesto, e che la lettera di richiamo deve sempre essere proporzionata alla gravità del comportamento contestato.

Il procedimento disciplinare

Quando un dipendente tiene un comportamento contrario agli obblighi contrattuali o alle regole aziendali, il datore di lavoro ha il diritto – e il dovere – di intervenire secondo quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori (art. 7, Legge 300/1970). Questo intervento può sfociare in un procedimento disciplinare, un percorso strutturato e regolamentato che garantisce il diritto alla difesa del lavoratore.

Vediamo le principali fasi:

  • Contestazione scritta: è il primo passo formale. Il datore di lavoro invia al dipendente una comunicazione scritta, chiara e dettagliata, indicando i fatti contestati e lasciando spazio alla replica. Deve essere tempestiva rispetto all'accaduto e contenere tutte le informazioni utili per garantire un contraddittorio efficace.
  • Replica del dipendente: entro 5 giorni dalla ricezione della contestazione, il lavoratore può fornire per iscritto le proprie giustificazioni, richiedere un colloquio o presentare prove a propria difesa. Questa fase è fondamentale e tutelata dalla legge.
  • Valutazione delle giustificazioni: il datore di lavoro analizza le spiegazioni fornite, valutando la gravità del comportamento, le circostanze e l’eventuale recidiva. Solo a seguito di questo esame può decidere se procedere con una sanzione o archiviare la questione.
  • Provvedimento disciplinare: se le giustificazioni non risultano sufficienti, si può applicare una misura proporzionata, che può variare da un richiamo verbale o scritto (come la lettera di richiamo) fino a sanzioni più gravi, come la sospensione o, nei casi estremi, il licenziamento disciplinare.

Attenzione

La lettera di richiamo non coincide con l'intero procedimento disciplinare, ma rappresenta spesso una sanzione di tipo lieve, usata per segnalare in via formale un comportamento non conforme, con l’obiettivo di correggerlo prima che si aggravi.

Lettera di richiamo vs provvedimento disciplinare

La lettera di richiamo è considerata una sanzione di tipo lieve, spesso utilizzata come primo avvertimento scritto. Non ha ripercussioni immediate sul rapporto di lavoro, ma può essere presa in considerazione in caso di recidiva.

Il provvedimento disciplinare, invece, è una fase successiva che può comprendere sanzioni più gravi come la sospensione dal lavoro, la multa, o il licenziamento per giusta causa. A differenza della semplice lettera di richiamo, ogni provvedimento disciplinare richiede l’attivazione formale del procedimento previsto dalla legge, con il rispetto rigoroso del diritto alla difesa da parte del dipendente.

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Gestire la lettera di richiamo

Nel contesto delle relazioni lavorative, la lettera di richiamo non è solo un atto formale, ma anche un momento delicato che può influire profondamente sul rapporto tra datore di lavoro e dipendente. Per questo motivo, va gestita con cura, equilibrio e rispetto.

Per i datori di lavoro

Redigere una lettera di richiamo richiede attenzione sia sul piano legale che su quello relazionale. Ecco tre aspetti fondamentali da tenere a mente:

  • Chiarezza e precisione: descrivere i fatti in modo oggettivo, puntuale e verificabile è essenziale. Niente giri di parole o giudizi personali: l’obiettivo è documentare un comportamento preciso, indicando data, luogo e natura dell’infrazione.
  • Conformità normativa: ogni lettera deve rispettare quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori e dal contratto collettivo applicato. Una comunicazione ambigua, incompleta o legalmente scorretta può invalidare l’intero procedimento disciplinare.
  • Rispetto e tono costruttivo: anche nei momenti critici, è importante mantenere un linguaggio rispettoso. La lettera di richiamo non è una condanna, ma un invito al miglioramento. Un tono professionale ma umano può favorire la comprensione e prevenire conflitti futuri.

Gestire correttamente una lettera di richiamo significa intervenire in modo efficace, senza compromettere il clima interno. È un'occasione per rafforzare la comunicazione e chiarire le aspettative, contribuendo a un ambiente di lavoro più consapevole e collaborativo.

Per i dipendenti

Ricevere una lettera di richiamo può generare disagio, frustrazione o senso di isolamento. Tuttavia, è importante non lasciarsi sopraffare dalle emozioni e affrontare la situazione con lucidità e professionalità. Ecco alcuni consigli per reagire in modo costruttivo:

  • Prendersi del tempo per riflettere: Evitare risposte impulsive è fondamentale. È bene leggere con attenzione il contenuto della lettera e concedersi il tempo necessario per elaborare ciò che è stato comunicato.
  • Analizzare le contestazioni: Chiedersi onestamente se vi sia un fondamento reale nei rilievi ricevuti può trasformare il richiamo in un'opportunità di autoconsapevolezza e miglioramento.
  • Rispondere in modo chiaro e rispettoso: La replica va formulata con toni professionali, spiegando il proprio punto di vista, fornendo eventuali giustificazioni e mantenendo un atteggiamento collaborativo.
  • Proporre un confronto diretto: Se la questione lo richiede, è possibile richiedere un colloquio con il responsabile o con le risorse umane. Un dialogo aperto può contribuire a chiarire malintesi e ricostruire la fiducia.

Scrivere una lettera di richiamo: passaggi chiave

La lettera di richiamo deve essere chiara, precisa e rispettosa. Questi sono gli elementi fondamentali:

  • Introduzione: spiegare in modo diretto il contesto e lo scopo del richiamo.
  • Descrizione dei fatti: indicare in modo dettagliato e oggettivo il comportamento contestato (data, luogo, circostanze).
  • Aspettative future: chiarire cosa ci si aspetta dal dipendente in termini di comportamento.
  • Apertura al dialogo: invitare il lavoratore a fornire eventuali spiegazioni o chiedere un confronto.

 

La lettera di richiamo deve essere chiara, precisa e rispettosa. Questi sono gli elementi fondamentali:

Il termine di decadenza della lettera di richiamo

Nel contesto delle relazioni di lavoro, la lettera di richiamo non ha efficacia illimitata nel tempo. Secondo la normativa vigente, perde validità dopo due anni dalla sua emissione, a meno che nel frattempo non vengano commesse ulteriori infrazioni che ne giustifichino il richiamo in fase di valutazione disciplinare.

Conservare traccia della data esatta di consegna è quindi essenziale, sia per il datore di lavoro che per il dipendente: da quel momento decorre il termine oltre il quale il richiamo non può più essere considerato ai fini della recidiva.

Una volta trascorsi i due anni senza altri episodi contestati, il richiamo si considera superato, e non potrà più influenzare decisioni future o essere utilizzato come base per sanzioni più gravi. Si tratta, in un certo senso, di un “azzeramento” del passato disciplinare, che consente al rapporto di lavoro di ripartire su basi più neutre.

Yousign e la gestione digitale dei documenti disciplinari

Nel contesto di una gestione sempre più digitale delle risorse umane, Yousign rappresenta una soluzione affidabile ed efficiente per la gestione dei documenti disciplinari, come le lettere di richiamo o le contestazioni formali.

Grazie alla firma elettronica qualificata, ogni documento è legalmente valido, sicuro e facilmente tracciabile, riducendo il rischio di smarrimenti, contestazioni o errori procedurali. Tutto il processo diventa più snello e trasparente, con la possibilità di inviare, firmare e archiviare i documenti in pochi clic, senza la necessità di supporti cartacei o incontri in presenza.

Utilizzare Yousign per la gestione disciplinare significa risparmiare tempo, aumentare l’efficienza e garantire la massima conformità alle normative in materia di lavoro e trattamento dei dati.

FAQ: Domande comuni sulla lettera di richiamo

  • Quanto tempo ha il datore di lavoro per inviare una lettera di richiamo?

    La prontezza è fondamentale. Idealmente, la contestazione dovrebbe essere inviata subito dopo l'accaduto per mantenere chiarezza e coerenza.

  • È possibile non firmare una lettera di richiamo?

    Sì, potete decidere di non firmare una lettera di richiamo. La firma indica che avete ricevuto il documento, ma non implica necessariamente un accordo con il suo contenuto.

  • Quali sono le possibili conseguenze di una lettera di richiamo?

    Le conseguenze possono variare da un semplice avviso a sanzioni più severe, a seconda del caso specifico e delle politiche interne dell'azienda.

  • Dopo quanti richiami può avvenire un licenziamento?

    Non esiste un numero fisso; dipende dalla natura e dalla gravità delle violazioni, nonché dalle politiche aziendali e dalle disposizioni contrattuali applicabili.

  • Quali sono le tutele legali per i dipendenti in caso di lettera di richiamo?

    I dipendenti godono di specifiche tutele previste dalla legge (art. 7 dello Statuto dei Lavoratori), anche in presenza di provvedimenti disciplinari come la lettera di richiamo. Ogni contestazione deve essere formulata per iscritto, in modo preciso e tempestivo, e il lavoratore ha il diritto di replicare entro 5 giorni. Inoltre, ogni sanzione deve essere proporzionata al fatto contestato. Se queste condizioni non sono rispettate, il dipendente può impugnare il richiamo o la sanzione, anche con il supporto di un rappresentante sindacale o legale. L’obiettivo è garantire sempre un giusto contraddittorio e impedire abusi da parte del datore di lavoro.

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