La procedura per chiudere la Partita IVA, per fortuna, non presenta grandi complicazioni, ma richiede precisione e, se si sceglie di effettuarla online, un po' di dimestichezza con alcuni strumenti digitali.
In questo post ti spiegheremo passaggio per passaggio come effettuare la chiusura della tua Partita IVA, che tu sia un libero professionista o abbia una ditta individuale o ancora un'attività commerciale.
Chi può effettuare la chiusura di una Partita IVA
La chiusura di una Partita IVA può essere effettuata:
- Dal titolare
- Da un intermediario delegato (ad esempio un commercialista o un servizio per la gestione della contabilità online)
- Da una persona munita di delega nei casi in cui l'operazione può essere svolta presso un ufficio territoriale dell'Agenzia delle Entrate.
Quali sono i tempi per la chiusura di una Partita IVA
Le operazioni di chiusura della Partita IVA devono essere effettuate entro 30 giorni dalla cessazione dell'attività. La cessazione si considera avvenuta nel momento dell'invio della comunicazione, anche quando questa viene effettuata, ad esempio, tramite raccomandata o PEC.
I moduli per la chiusura della Partita IVA
Qualunque sia la tipologia di azienda collegata alla tua Partita IVA, dovrai procedere tramite uno dei due moduli dedicati alla cessazione che sono presenti sul sito dell'Agenzia delle Entrate:
- il modulo AA9/12 è dedicato alle persone fisiche (e quindi liberi professionisti o imprese individuali)
- il modulo AA7/10 è dedicato invece a tutti gli altri soggetti, incluse tutte le tipologie di imprese che sono persone giuridiche, gli enti, le associazioni, i consorzi e via dicendo.
Tutti i passaggi per chiudere la Partita IVA
La procedura per chiudere una Partita IVA può articolarsi in due modi, a seconda dell'obbligo o meno di iscrizione della stessa presso il Registro delle Imprese.
Nota:
Ti ricordiamo che hanno l'obbligo di iscriversi al Registro delle Imprese al momento dell'avvio dell'impresa gli imprenditori commerciali; le aziende che hanno le seguenti forme giuridiche: società di persone, società di capitali, società cooperative; le startup innovative; i consorzi tra imprenditori con attività esterna; gli imprenditori agricoli individuali (che siano persone fisiche o giuridiche); gli imprenditori artigiani; le imprese sociali. Esistono poi casi più specifici che riguardano le aziende internazionali per cui ti invitiamo, nel caso, a informarti presso un consulente professionista.
In caso di obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese
Se la tua azienda ha l'obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese, dovrai:
- scaricare presso il sito dell'Agenzia delle Entrate il modulo AA9/12 (per le imprese individuali) o AA7/10 in tutti gli altri casi;
- compilare il modulo in ogni sua parte (puoi trovare iscrizioni dettagliate sempre sul sito dell'Agenzia delle Entrate);
- presentare il modulo tramite Comunicazione Unica (ComUnica) per via telematica o su supporto informatico. Basterà questo per assolvere a tutti gli adempimenti amministrativi che riguardano, dove sussistono, le questioni di previdenza, assistenza, fiscalità.
Se non hai l'obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese
Se invece per il tuo caso non è previsto l'obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese, dovrai:
- scaricare presso il sito dell'Agenzia delle Entrate il modulo AA9/12 (per i lavoratori autonomi) o AA7/10 (ad esempio in caso di associazioni);
- compilare il modulo in ogni sua parte (anche in questo caso le istruzioni si trovano sul sito dell'Agenzia delle Entrate);
- inviarlo all'Agenzia delle Entrate in una delle seguenti modalità:
- di persona o tramite persona delegata a un qualunque ufficio dell'Agenzia delle Entrate. Attenzione perché in questo caso il modulo andrà presentato in duplice copia e occorrerà prendere appuntamento;
- tramite raccomandata a un qualunque ufficio dell'Agenzia delle Entrate, con una fotocopia del documento d'identità del dichiarante;
- tramite PEC direttamente dal titolare o da un intermediario delegato. In questo caso, il modello può essere firmato con firma digitale. Se invece la firma è autografa, occorre allegare anche una copia del documento d'identità del firmatario.
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Quanto costa chiudere la Partita IVA
Se la dichiarazione di cessazione viene presentata autonomamente e non tramite un intermediario, quest'ultima è del tutto gratuita in tutti quei casi in cui non è prevista l'iscrizione al Registro delle Imprese. Laddove invece l'obbligo di iscrizione esiste, il costo è limitato a una marca da bollo da 17,50 €.
Quali sono i costi se ci si affida a un intermediario? In questo caso le tariffe possono naturalmente variare da un minimo di circa 70 € a più di 100 €.
La chiusura d'ufficio della Partita IVA
Se una Partita IVA risulta inattiva per tre anni, vale a dire se non ha esercitato attività di impresa, artistiche o professionali, l'Agenzia delle Entrate effettuerà una chiusura d'ufficio, preceduta da una comunicazione al titolare.
Se il titolare ritiene che la Partita IVA non debba essere chiusa, può fornire una prova dell'esercizio dell'attività in una delle modalità seguenti:
- attraverso il sito dell'Agenzia delle Entrate, tramite la funzionalità “Consegna documenti” all'interno dell'area riservata;
- tramite PEC inviata a una qualunque Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate, specificando come soggetto del messaggio “Risposta a comunicazione di chiusura della Partita IVA”;
- di persona o tramite persona delegata a un qualsiasi ufficio dell'Agenzia delle Entrate, previo appuntamento.
Si può riaprire una Partita IVA una volta chiusa?
Sì, è possibile riaprire una Partita IVA già chiusa ma:
- il numero sarà diverso;
- in caso di regime forfettario, la riapertura comporterà uno svantaggio in termini fiscali. Non sarà infatti più possibile approfittare dell'imposta sostitutiva in regime agevolato al 5%, anche se non sono ancora trascorsi 5 anni dalla prima apertura della Partita IVA. L'imposta sostitutiva sarà dunque al 15%;
- la riapertura della Partita IVA non cancella i debiti eventualmente presenti con il fisco e legati a un'epoca precedente alla chiusura.
Quando conviene chiudere la Partita IVA
La chiusura della Partita IVA è un passaggio necessario se la tua impresa non funziona o se per qualunque ragione il progetto che ti aveva portato ad avviare la tua Partita IVA si è concluso (magari perché hai trovato un lavoro dipendente o hai avuto accesso alla pensione). Tuttavia, se hai ancora dei dubbi su questa scelta, e non sei obbligato dalle circostanze, sappi che tenere aperta una Partita IVA senza fatturare è possibile per tre anni.
In caso di Partita IVA inattiva, a seconda della tipologia di azienda/attività possono permanere alcuni costi fissi, come ad esempio:
- i diritti della Camera di Commercio
- costi di iscrizione a un albo professionale
- contributi minimi in caso di iscrizione alla gestione separata Artigiani e Commercianti. Se invece sei iscritto alla gestione separata come freelance, non avrai costi contributivi fissi.
Attenzione, però: anche se la tua Partita IVA non fattura nulla dovrai comunque effettuare la dichiarazione dei redditi, che in quel caso sarà a reddito zero. Il mancato invio della dichiarazione può comportare una sanzione.
Un altro importante punto da precisare riguarda l'indennità di disoccupazione. Se, da lavoratore dipendente, perdi il lavoro e possiedi una Partita IVA inattiva, hai comunque diritto a ricevere la Naspi. Non solo, ma se sei un percettore di Naspi puoi continuare a riceverla anche se apri una Partita IVA per avviare un tuo progetto.
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FAQ
Quali sono i passaggi da compiere per chiudere una Partita IVA?
I passaggi da compiere sono diversi a seconda dell'iscrizione o meno dell'azienda al Registro delle Imprese. In caso di obbligo di iscrizione, bisognerà procedere con una Comunicazione Unica, mentre in caso contrario si potrà consegnare la documentazione richiesta tramite PEC, raccomandata o di persona presso un ufficio dell'Agenzia delle Entrate.
Quali documenti devo fornire per chiudere la Partita IVA?
Per chiudere la Partita IVA occorre compilare fornire, a seconda del proprio caso, o il modulo AA9/12 per le persone fisiche o AA7/10 per tutti gli altri casi. Occorrerà inoltre un documento di identità. Se a occuparsi della cessazione è una persona delegata, occorreranno anche il documento d'identità di quest'ultima e naturalmente la delega.
Chiudere la Partita IVA ha dei costi?
La chiusura della Partita IVA è gratuita in caso di aziende non iscritte al Registro delle Imprese. In caso di aziende iscritte, occorre una marca da bollo da 17,50 €. Tuttavia, se si sceglie di affidarsi a un intermediario che si occupi della cessazione, i costi ovviamente crescono e possono arrivare a superare i 100 €.
Cosa succede alle tasse che rimangono da pagare una volta effettuata la chiusura?
Tutti gli obblighi fiscali che erano in essere fino al momento della chiusura della Partita IVA devono essere rispettati anche dopo. Non solo, ma va effettuata una dichiarazione dei redditi anche per l'anno di chiusura, anche se la Partita IVA non ha fatturato nulla. In quel caso, verrà effettuata una dichiarazione a reddito zero.